FIAT Sezione Aeronautica
- Titolo
- FIAT Sezione Aeronautica
- Natura giuridica
- Società
- Descrizione
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Torino ha avuto, fin dagli inizi, un ruolo centrale per lo sviluppo dell’industria aeronautica italiana. La spinta data dalla politica, dai capitali, dalla presenza del comparto automobilistico, dall’Università e dai primi enti aeronautici militari, come la Direzione Tecnica dell’Aviazione Militare – DTAM (DTAM, Direzione Tecnica Aviazione Militare istituita nel gennaio 1915 con l’obiettivo di sovrintendere, valutare e controllare la produzione industriale nazionale e di progettare velivoli rispondenti alle esigenze delle forze armate e farli costruire dalle aziende più adatte) porteranno il capoluogo piemontese a essere il fulcro di tutta una serie di imprese e avvenimenti fondamentali per la storia dell’aviazione nazionale. Da un campo attiguo all’ippodromo di Mirafiori (e nei giorni successivi alla Venaria Reale) si alzerà in volo il triplano Faccioli N.1, il primo aereo italiano, il 13 gennaio 1909; a seguire, nel 1910, sarà organizzato, sempre a Torino, un importante salone aeronautico, dopo quello di Milano del 15 novembre 1909.
Nella scia del volo di Faccioli alcuni artigiani, come Bruno Foco, Luigi Martino, Roberto Bortolotti ed altri tentarono di costruire aeroplani che per lo più non riuscirono a volare mentre il primo tentativo di industria si deve al messinese Franz Miller che costituì nel capoluogo piemontese, nei primi mesi del 1909, le Officine Miller a cui seguirono la Chiribiri e l’Asteria, che ebbero vita breve. Il primo vero insediamento industriale sarà quello della Società Italiana Transaerea (SIT), costituita dalla francese Blériot nel luglio 1912 per produrre i propri monoplani Tipo XI.
Nel giugno 1914 la FIAT, inizialmente limitata ai soli motori (1908), costituirà la Società Italiana Aviazione (SIA) e inizierà, a partire dal 1915, la costruzione su licenza dei biplani SIA 5 (Farman MF11), motorizzati con un FIAT A.10 da 74.5 kW (100 hp).
In seguito, il capitano Umberto Savoja (1884-1954) e il sottotenente Ottorino Pomilio (1887-1957) della DTAM sceglieranno l’azienda SIA per costruire in serie il biplano SP2 e i successivi SP3 e SP7B1/2. La SIA nel 1918 muterà il nome in FIAT Aviazione.
Negli stessi anni sorgerà la Società Anonima Costruzioni Aeronautiche Ottorino Pomilio &Co (Fondata nel maggio 1915) che vedrà i suoi primi stabilimenti in Corso Francia 366, a Torino, tutt’oggi sito produttivo della Divisione Velivoli di Leonardo. All’interno di questo stabilimento, realizzato in pochi mesi, la Pomilio realizzerà oltre 1500 aerei (in gran parte biplani delle famiglie SP e P), risultando una delle prime industrie del settore aeronautico in Piemonte.
Tuttavia, la fragile struttura finanziaria, le restrizioni imposte dalle politiche internazionali del primo dopoguerra e le difficoltà a tenere il passo dell’innovazione tecnologica, porteranno, prima nel 1917, poi nel 1918, alla vendita della SIT e poi della Pomilio. Saranno Mario e Pio Perrone, all'epoca proprietari della Gio. Ansaldo & C., ad acquistare entrambi gli stabilimenti, rispettivamente denominati Cantiere Aeronautico n°3 e n°5, e le annesse produzioni. La Gio. Ansaldo & C., fondata da un gruppo di imprenditori genovesi nel 1853, darà avvio a un’impresa che attraverserà la storia industriale del settore meccanico, aeronautico, metallurgico e dei trasporti terrestri e navali. L’Ansaldo, infatti, che già dal 1916 con l’acquisto della FIAT-San Giorgio aveva iniziato a costruire idrovolanti nel sito di Borzoli (Cantiere Aeronautico n°1), a nord ovest di Genova, con l’acquisizione della SIT e poi della Pomilio, consoliderà il suo nome nel comparto dell’aviazione.
Dalle prime produzioni su licenza (idrovolanti Sopwith) si passerà nel 1917 – grazie a una commessa ricevuta dalla Direzione Tecnica dell’Aeronautica Militare – alla serie degli Ansaldo SVA (acronimo per indicare il nome dei due progettisti Umberto Savoia e Rodolfo Verduzio, e la ditta produttrice Ansaldo); un velivolo della serie 9 è oggi conservato al Museo dell’industria Aeronautica Leonardo a Caselle Torinese. Le fabbriche Pomilio saranno acquisite dalla Ansaldo ufficialmente a metà del 1918. Alla fine della guerra saranno oltre 12.000 i velivoli prodotti in Italia.
Con le restrizioni economiche e il ridimensionamento delle produzioni che impatterà tutti i settori della difesa nel dopoguerra, il 24 aprile 1920, la Pomilio & Co. assumerà come nuova denominazione sociale Aeronautica Ansaldo. “Da un punto di vista societario la nuova ditta era autonoma e la presenza della FIAT divenne sempre più marcata culminando nel 1924, con la nomina a presidente dell’ingegner Guido Fornaca, già amministratore delegato della Sia, e a consigliere dell’avvocato Edoardo Agnelli.”
Negli anni ’20 la FIAT-SIA inizierà una politica di forte espansione nell’industria aeronautica grazie a ingenti investimenti: nel 1926 acquisirà l’Ansaldo e assumerà il nome di FIAT Aeronautica d’Italia. Questa, nel 1934, acquisirà la Costruzioni Meccaniche Aeronautiche Società Anonima (CMASA), erede della Società Anonima Italiana Costruzioni Meccaniche (SAICM) che produceva a Marina di Pisa gli idrovolanti Dornier, e infine nel 1936 la Costruzioni Aeronautiche Novaresi Società Anonima (CANSA), erede della Gabardini, che costruiva aerei scuola. È l’avvio di un percorso che farà diventare l’azienda una tra le più grandi industrie aeronautiche al mondo.
Tra la fine degli anni Venti e gli inizi degli anni Trenta, l’intero comparto aeronautico registrerà una forte crescita economica dando lavoro a oltre 150.000 persone. In questi anni saranno progettati e prenderanno il volo i più celebri e diffusi aerei italiani di tutti i tempi (fra cui, ad esempio il FIAT CR 20, il FIAT CR 32 e il FIAT BR 1).
Durante la Seconda Guerra Mondiale, lo stabilimento torinese in Corso Francia si dedicherà alla produzione di aerei militari, con oltre 4500 dipendenti impiegati nel sito industriale. Divenuto obiettivo militare sensibile, dalla fine del 1942, lo stabilimento sarà sottoposto a frequenti bombardamenti che si susseguiranno nel febbraio del 1943 e poi ancora nell’aprile del 1944.
La riconversione di molte attività produttive, che si erano sviluppate durante gli anni bellici, imposte dal Trattato di pace del 1947, porterà a ridefinire e riorientare le produzioni in altri mezzi di trasporto quali motociclette e produzioni annesse al settore meccanico. Sono anni di riorganizzazione per l’industria italiana e per l’intero comparto aeronautico che vedranno nel 1949 la nascita di FIAT Sezione Aviazione, trasformata poi nel 1954 in FIAT Divisione Aviazione e Aerfer nel 1955.
Il 5 novembre 1969 il Presidente della FIAT, Giorgio Tupini, annuncerà la creazione della joint venture Aeritalia per: “…dotare di un valido strumento operativo la nostra industria aeronautica, caratterizzata da dimensioni assai modeste (25.000 addetti a fronte di 1.400.000 in USA, 250.000 in Gran Bretagna e 100.000 in Francia)” (*).
Nell’Aeritalia, saranno coinvolte la divisione aeronautica della Aerfer, la Filotecnica Salmoiraghi (non per la parte di occhialeria che sarà compattata alla IOR con Galileo, ma per le produzioni relative agli equipaggiamenti e ai sistemi aeronautici e spaziali) e la Fiat Avio. La società inizierà a operare nel 1972, non senza difficoltà economiche, che porteranno la Fiat a cedere la sua partecipazione nel 1976, diventando interamente di Finmeccanica.
Nel 1985 Aeritalia acquisirà l’Alfa Romeo Avio, una scelta più legata alle difficoltà dell’Alfa Romeo, in quanto le aziende aeronautiche non si occupavano direttamente di motori. La razionalizzazione del comparto industriale degli anni Novanta, causata da un calo della domanda sul mercato, porterà il 20 dicembre 1990 alla fusione di Aeritalia e Selenia per formare Alenia. La nuova società sarà organizzata in quattro differenti comparti: Alenia Aeronautica (2002), Alenia Sistemi Difesa, Alenia Spazio e Alenia Sistemi Civili. L’operazione permetterà a Finmeccanica di arrivare a controllare circa il 70% della produzione militare in Italia.
Tuttavia, la necessità di un piano di efficientamento, legato a un eccesso di siti produttivi e impianti duplicati, porterà Finmeccanica, nell’ottobre del 1995, a lanciare il “Piano di settore per l’industria aeronautica” nel cui ambito verrà acquisita l’Aermacchi (che nel 1997 aveva acquisito la SIAI Marchetti). Tre anni più tardi, nel 2006, Finmeccanica incorporerà al 100% l’azienda dando vita all’Alenia Aermacchi.
In seguito alla crisi finanziaria internazionale del 2009, con la riduzione dei budget e l’aumento della concorrenza internazionale, Finmeccanica punterà su una strategia di razionalizzazione dei vari asset industriali. La riorganizzazione in una “one company” si avvierà a partire dal 2014 e condurrà il Gruppo all’uscita dai settori dell’energia e dei trasporti. Tutte le realtà precedentemente controllate saranno dunque trasformate in Business Unit al fine di avere “un’unica società, attiva nell’Aerospazio, Difesa e Sicurezza, con una forte focalizzazione sulle aree di leadership tecnologica e di prodotto”.
Il rebranding in Leonardo del 2016 chiuderà idealmente questo percorso di trasformazione.(*) Vera Zamagni, Finmeccanica. Competenze che vengono da lontano, Ed. Il Mulino, 2009, pg. 73
- Estremi cronologici
- 1908-1969
- Copertura territoriale
- Torino
- Denominazioni alternative
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1914-1918 – (FIAT) Società Italiana Aviazione
1918-1926 – FIAT Aviazione
1926-1949 – FIAT Aeronautica d’Italia
1949-1954 – FIAT Sezione Aviazione
1954-1960 – FIAT Divisione Aviazione
1960-1969 – FIAT Avio
1969-1990 – Aeritalia
1990-1996 – Alenia
1996-2002 – Alenia Aerospazio
2002-2006 – Alenia Aeronautica
2006-2014 – Alenia Aermacchi
2014-2016 – Finmeccanica One Company
2016-oggi – Leonardo - Complessi archivistici prodotti
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Centro di Documentazione Storica Leonardo Velivoli - Torino
- Riferimenti bibliografici
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- Gregory Alegy, “In volo da 100 anni”, Alenia Armacchi, 2013, pg. 5-7
- Vera Zamagni, "Finmeccanica. Competenze che vengono da lontano", Ed Il Mulino, 2009 (cap. V)
- Tim Callaway, “Aviation Classics” Issue 20, Mortons Media Group, May 2013
- Gregory Alegy, “In volo da 100 anni”, Alenia Armacchi, 2013, pg. 32
- Angelo Moriondo, “Gli albori dell’aviazione a Torino”, Ed.4, Torino, 2016 - Natura del soggetto
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